Friday, March 26, 2010

Constantine Maroulis - Fading into you

Outside of the world

I get so disconnected

I feel like I'm a stranger

In my own skin

If I was where you were

It would all be falling

Back into place. Yeah.

When all that matters

Has no reason

Too many lights are burning out

You always find a way to bring this

Wasted world back into focus

Yeah it saves me

When I fell like

I'm Fading Into You.

It all just melts away

The noise and the confusion

It all becomes a backdrop

Wish you were here

It's everything you say

What you're not even talking

You bring back. Yeah...Yeah.

When all that matters

Has no reason

Too many lights are burning out

You always find a way to bring this

Wasted world back into focus

Yeah it saves me

When I fell like

I'm Fading Into You.

Cause right now now I would trade

Every choice I made

Just to make it back to you

Get back to you.

When all that matters

Has no reason

Too many lights are burning out

You always find a way to bring this

Wasted world back into focus

Yeah it saves me

When I fell like

I'm Fading Into You.

When all that matters

Has no reason

Too many lights are burning out

You always find a way to bring this

Wasted world back into focus

Yeah it saves me

When I fell like

I'm Fading Into You

I'm Fading Into You.

Outside of the world I get so disconnected.

....

Wednesday, March 24, 2010

Un volta qualcuno che non so chi fosse mi ha scritto” Vivi con serenità le piccole scelte, anche quelle che non riesci a compiere: se ciò avviene non è per superficialità... la superficialità è di chi crede di saper scegliere solo perché ovunque vede il bianco e il nero. L'arte dello scegliere è l'arte di orientarsi in mezzo ai tanti grigi della vita.” Non mi ha scritto solo questo, mi ha scritto molte altre cose. Non ho mai saputo chi fosse, e c’è una parte di me che ancora vorrebbe saperlo e un’altra invece che lascerebbe le cose così come stanno perché alla fine, è bello così,è come sapere di avere un angelo custode. Non so perché ma è come se però adesso non ci fosse più. E’ venuto tanto tempo fa e poi non è più tornato. Mente io son rimasta qui, nel baratro più totale, come adesso. Ma non è colpa sua. Mi piacerebbe tornasse ad infondere qualcuna delle sue parole nuovamente. Ma forse ha smesso di fare capolino perkè io ho smesso di essere quella persona. Perché non sono più me.. ha perso forse il suo rispetto per me o è rimasto a corto di quelle belle frasi che riuscivano a rianimarmi. Così non mi restano che quelle già scritte.Ma non mi bastano più..perchè si riferivano a piccole scelte, mentre io adesso ne devo fare una grande e non sono in grado di compierla da sola. Io mi guardo indietro, rileggo questo blog, e non riconoscono più quella persona che l’ha scritto, a malapena ricordo gli avvenimenti passati e ringrazio il cielo d’’aver avuto la possibilità di scriverlo e di rileggerlo per ricordarmi di chi sono, di chi ero, di chi voglio essere. Mi sento così tremendamente fragile.. come un ramoscello secco che sa che si staccherà alla prima ventata. Come un alpinista aggrappato ad una corda che poso a poco si spezza, e allora s’aggrappa alla roccia con tutte le forze che gli restano, ma la roccia è troppo poco profonda, persino scivolosa, e sa che prima o poi la corda si spezzerà e lui sarà destinato a cadere. Ogni giorno che passa, io precipito ancora di più.. e vado giù e giù e giù.. sempre più nel profondo.. e più giù che vado e più diventa difficile risalire.. Eppure io non mi arrendo, non lo voglio accettare. Preferisco dunque illudermi oltre, ma non mi fa bene. E’ come una stramaledetta malattia che non se ne vuole andare. Uno s’aggrappa alla speranza, ma persino quella è troppo scivolosa.. troppo piccola e così cado di nuovo. Ogni volta mi rialzo, ci riprovo, e cado di nuovo giù. Batto la testa e mi faccio male, ma sono cocciuta,e so che se non provo rimarrò lì nel buio, nel vuoto per tanto tempo, da sola, ad aspettare che qualcuno venga a salvarmi. Ed io ho paura di rimanere lì da sola. Non voglio rimanere sola, voglio tremendamente che qualcuno mi venga a prendere,qualcuno che amo, che le cose divenissero migliori, che potessi finalmente risalire, con una spinta, e vedere di nuovo la luce. Allora aspetto un pochino lì, ma non viene nessuno,e mi sento così sola che mi manca il respiro e penso che potrei morire soffocata da un momento all’altro. Se penso a tutte le cose a cui ho rinunciato, e a quella più grande a cui dovrò rinunciare per poter risalire la corrente, o per vedere di nuovo la luce, mi sembra tutto così inverosimile. Come se in realtà non mi dovessi preoccupare di questo perkè è prettamente impossibile che accada.. ma dentro di me so che persino quest’ultima è un illusione. Che niente di tutto quel che spero accadrà mai, e che dovrò rinunciare a quello di cui ho bisogno per avere ciò che voglio. Il bisogno, e la felicità.. così inscindibilmente separate, ma una deve necessariamente perire di fronte all’altra per lasciarmi vivere. La prospettiva di essere sola, dei cambiamenti, delle incertezze,mi terrorizza e mi fa gelare, facendomi tremare mentre scrivo anche queste parole..Di tutte le persone con cui mi sento adesso di voler parlare, l’unica che veramente vorrei avere accanto è come sempre quella che non può parlarmi, che non può confortarmi e cioè mia nonna, perché se ne è già andata e vorrei con tutta me stessa potermi rivolgere a lei perché so che lei saprebbe indicarmi la strada, che saprebbe dirmi qualche è la cosa giusta, che saprebbe capirmi e darmi il migliore dei consigli.Cerco di ripensare a come ragionava, immagino le parole che mi avrebbe detto, ma io non sono lei, non son così saggia e come tutti commetto degli errori e ora come ora mi sento come presa in un vortice, in un turbinio di turbamenti emotivi che mi spezzano in due. Questo frastuono che ho nella mente mi tramortisce e mi toglie mano a mano tutte le forze e io non ce la faccio proprio più. Mi rimane questo blog. E non lo scrivo perché voglio che la gente legga come mi sento e mi consoli, lo scrivo perché lo scrivere mi è sempre riuscito bene, voglio dire, mi son sempre espressa meglio per iscritto che a parole..e forse è proprio per questo che la gente non ha mai saputo vedermi e apprezzarmi per come sono.

Monday, March 22, 2010

E’ un periodo , ma credo che alla fine duri da sempre, in cui non posso dire se sia felice o meno. Se vado avanti senza mai voltarmi a pensare al passato allora posso dire d’essere felice. Ma se mi fermo a pensare anche solo un istante a tutto ciò che è stato, a tutti i problemi che non provengono da me ma che comunque mi concernono ormai, mi sembra che quel che sto vivendo sia ingiusto con me e con le persone che mi sono più care. Se penso a come è iniziato posso dire che allora è iniziato male. E mi chiedo, le cose che iniziano male possono avere una fine migliore? E resto perciò nel dubbio, sospesa, così, a mezz’aria, senza riuscire ad andare né avanti né indietro. Chiaramente è più facile rimanere fermi piuttosto che muoversi in certe circostanze. Ma anche se tu stai ferma e non ti muovi, il mondo intorno a te continua a farlo e più aspetti a deciderti e più ciò diventa difficile ogni giorno che passa.. Sono felice nei momenti felici, triste nei momenti tristi e in quelli apatici. Ora bisognerebbe vedersi dall’esterno e capire, ponendo tutto su di una bilancia, se quei momenti felici valgono molto di più, e quindi compensino, tutti gli altri in cui, posso ben dirlo, non sono me. Non sono me stessa e mi sembra si aver smarrito la strada. Sono io sono nei momenti belli, ma poi di me, cosa resta, in quelli bui?Un ombra e niente più. Son quei momenti in cui avrei bisogno di parlare con qualcuno come me, qualcuno che senza riserve mi dicesse cosa fare, non contemplando solo i miei interessi, ma poi so che non lo rispetterei perché in seguito ai momenti brutti vengono quelli belli che non si sa grazie a quale dannata forza sembrano cancellare magicamente tutto il resto. Così mi scordo delle cose che non mi vanno giù, fino a quando non risuccedono di nuovo e così via. Il fatto è che non sono abbastanza coraggiosa. Non forte, quella è un’altra cosa, ma “ coraggiosa” per fare determinate scelte che dentro di me so che sono quelle giuste. Giuste per tutti e poi, credo, anche per me. Così io me ne sto qui, ad aspettare che le cose migliorino da sé, che i momenti belli siano arrivino in prevalenza e copiosi, forse mi ci illudo, sbagliando, perché la vita non dovrebbe essere un’attesa ma una partecipazione. Tuttavia il mio grosso ed insormontabile problema è che non sono pronta. Non mi sento abbastanza pronta per affrontare una cosa che è più grande di me, anche se c’è una parte di me che lo vorrebbe, perché so che sarei sola, che dovrei affrontare tutto questo da me. Persino se vincessi al superenalotto, certe cose rimarrebbero. E non per la semplice frase che i soldi non sono tutto, o che non comprano la felicità. I soldi non saranno tutto, ma quasi, è vero che non comprano la felicità, ma sicuramente concorrono ad aggiudicarsene una bella fetta, se tu c’hai di molti soldi tu ti curi persino meglio di sta peggio. E poi puoi fare un po’ di differenza per le persone che ami e anche per chi non conosci. Almeno io, la vedo così. Poi, è ovvio, si vive uguale anche senza, ma peggio. Una vincita risolverebbe tante cose, ma inutili e banali, anzi, ridotta all’osso, non risolverebbe proprio nulla, migliorerebbe e basta, finchè uno ha una casa e una famiglia che gli vuole bene, ma non sarebbe sufficiente a cancellare determinati tasselli del mio passato, perché quelli rimarrebbero sempre lì e so che continueranno a starsene lì per sempre. Mi sembra d’aver deluso le persone che credevano in me, e che non si meritavano affatto questa delusione da parte mia, e che continuano a farlo, che continuano a sperare che io apra forse gli occhi e mi decida ad andare avanti, cosa che vorrei tanto poter fare ma che non trovo il modo di fare. E così le continuo a deludere e a deludere e a deludere all’infinito ogni giorno e questo mi uccide. Mi uccide l’essere a metà tra la mia presunta felicità attuale e quella di quelle persone la cui felicità vale per me quanto la mia. Per questo non è facile decidersi. Io sono abitata ad essere realista, avevo giurato a me stessa che non mi sarei più fatta certe illusioni ed invece ho finito per fare esattamente quel che non dovevo. Tutto perché non so capire quanto la felicità che provo, perché spesso la provo davvero, possa dirsi autentica e soprattutto quanto essa valga paragonata alle cose a cui sto rinunciando, e non solo io, ma anche le due persone a me più care al mondo. Mi sembra sempre d’essere io a fare tanto, a dare tanto, ma di non ricevere sempre le stesse cose in cambio. Come se qualcuno non si rendesse conto di chi sono, di cosa ha da offrire, come se fossi” una delle tante” per cui certe cose sono dovute eccetera eccetera. Nulla di speciale, insomma. Apprezzata per le mie qualità, si, ma non abbastanza. Ora, chiedere d’essere amata, rispettata, compresa, è forse chiedere troppo dalla vita? Per me le cose più fastidiose, più amare, sono quelle d’ogni giorno, le piccolezze. Ho sempre pensato che “amare” volesse dire “ cercare di rendere felice, di soddisfare in tutti i modi una persona, di starle vicino e cose così” , ora questo a volte succede, a volte no, e io in quei momenti mi sento dannatamente sola e non vorrei esserlo. C’è come una voce dentro di me che mi conforta, e so chi è e menomale c’è, che mi sostiene e cerca di non farmi cadere. Io cerco di appoggiarmi a quella voce ma poi ho paura che se mi appoggio troppo finirò col cadere. Questa voce mi sussurra sempre di non abbattermi, di cercare dentro di me la forza per accettare la verità, in modo da poter andare avanti da sola, ma il punto è che non ci riesco perché ho paura. Ho paura di abbandonare la strada vecchia per quella nuova e mi sento così ipocrita e odio sentirmi così. Mi viene anche da dire “ e se getto tutto al vento, tutto quel che ho fatto fin ora, per cosa l’ho fatto, per cosa ho combattuto?”. Mi sento idiota. Ora, sembrerà narcisistico ed egoista, ma io so di aver ragione e che se c’era qualcosa che potevo fare per migliorarmi io l’ho sempre fatto e in me, ora come ora, non c’è nessuna parte del mio carattere che cambierei, perché vorrei essere apprezzata per come sono e sentirmi speciale, perché lo sono e perché ognuno a modo suo lo è. Ma se rinuncio a tutto questo, che in gran parte mi rende felice, pur con le sue ombre del passato che non si possono ormai più cancellare, per chi sorriderò di nuovo e quando? Per chi cercherò d’essere un po’ più carina il sabato sera, per chi mi vestirò meglio, per chi avrò il piacere di fare un regalo o di fare una cosa carina che so che gli sarebbe piaciuta, e ancora e ancora.. in pratica, per chi sarò felice di fare tutto questo, se è vero come dicono che la vera felicità consiste nel dare e non nel ricevere?

> (°*:..ElanorAncalima..:*°) Goo goo dolls
Iris

Shakira
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