Monday, May 28, 2012


Seduta di fronte al pc rivolgo ancora uno sguardo alla tua foto e penso che vorrei così tanto sentire di nuovo la tua voce. Mi avresti salutata dicendomi “ pischella!” come facevi sempre. Infatti quando ho regalato la tua foto alla tua mamma mi sono firmata così, “pischella”. Vorrei andare a prendere una birra con te, anzi, un Margarita di quelli che ti piacevano tanto, anche al Wallace dove litigai mi andrebbe bene pur di star con te ancora una volta. Invece non c’è nulla intorno a me, solo una stanza vuota con le pareti dipinte di blu, il colore della solitudine del resto, e quei cerchi concentrici delle mie lacrime che rintoccano come fredde gocce di pioggia sul tavolo di vetro creando un effetto luminoso che si proietta sui miei pantaloni. Lo guardo e quasi mi infonde speranza perché vedo che persino dentro una lacrima si racchiude un po’ di luce. Ecco, ho l’immagine di Monteloro riflessa in testa. La tua casa, i tuoi luoghi.. i tuoi cari. Tutto un brivido mi corre lungo la schiena e lungo le braccia, ho proprio paura, ma tanta Francesco, ho paura dell’illusione che mi sono fatta, ho paura che mi sconvolga e mi venga a trovare quando meno me lo aspetto, ho paura che continui a farmi male come ora, ho paura perché non trovo più me stessa come chi non trova la chiave di casa per entrare ed è costretto a spaccare un vetro e parte l’allarme. A me è scattato l’allarme e non so come spengerlo. Ho paura, ho freddo, tremo e mi bolle la testa: tutte sensazioni che ormai conosco fin troppo bene, purtroppo. Sembro Saffo.. Se tutto questo ha un senso, se fa parte di un piano più grosso, se esiste un destino, io ti prego, ti supplico di non farmi mai più cadere, perché ogni volta guarire non è facile. Non vorrei collezionare ferite ma altro. Vorrei solo stare bene, vorrei cancellare le cose brutte e ricordare solo quelle belle,anzi vorrei che quelle brutte non fossero mai successe, vorrei che il tempo scorresse veloce fino a quel giorno, vorrei non essermi mai sentita a terra, mai umiliata, mai ferita, mai infelice, mai infelice di amare. Vorrei solo tornare a quella sera, alla notte bianca a Firenze o alla Citè,o ancora indietro nel tempo, fino alle vacanze d’estate o alla sauna all’aperto d’inverno, o a ottobre e settembre in Norvegia, alla neve che mi accarezza la pelle e si posa leggera sui capelli, ai concerti con gli amici d’estate, in Grecia sulla nave, alla crociera sul Nilo, alle piramidi d’Egitto e a quelle del Messico, nella vallata. Tutti momenti a cui il tempo ha messo un lucchetto ed ha gettato via la chiave nel più profondo degli abissi, dove uno squalo se l’è divorata. Non so da dove cominciare, non so cosa fare della mia vita se non studiare. Perché mi sono fatta di nuovo questo? Perché sto di nuovo così male per qualcuno? Perché non ci sei tu qui, Fra? Ma dove diavolo sei? Non lo senti quanto mi manchi? Lo so che stai pensando, che me la son cercata, e che era necessario che le cose andassero in un certo modo. Ma io non mi sento di tornare indietro nel tempo ed essere di nuovo quella persona come vorresti tu. Come devo fare? Perché non me lo sento?? Pensavo d’aver capito che intendevi, anche se non condividevo, però ora ho dei seri dubbi.. Ecco adesso mi stai guardando con sguardo pietoso, ma gli occhi carichi di tenerezza e compassione. Si, “pischella” mi avresti detto, “ gnamo pischella” e mi avresti detto “ vuoi fare delle cose? Vuoi andare in dei posti? Ci si va insieme, nessun problema”. Mi viene in mente il tatuaggio che avevi sulla schiena, Thor col martello, tu sì che eri uno combattivo, non una mezza cartuccia come me. Un briciolo della tua forza sarebbe bastata ad entrambi. Dio quante cose mi frullano in testa in un secondo.  Dio quanto mi sento considerata meno di niente, una tra tante che passano e non rimangono, mentre invece restano solo quelle tue parole ad infondermi coraggio e gratificazione, ma rimane pur sempre un messaggio antico, polveroso e dimenticato e mezzo sbiadito nei  meandri di un cellulare che non è nemmeno mio, parole che vorrei così tanto che tu potessi rinnovare ora, in questo preciso momento. Vorrei che tu mi abbracciassi, e forse questi brividi che sento lungo la schiena sono proprio te, un calore di tipo diverso dal nostro terreno, una sensazione strana che mi avvolge e mi ricorda che sono viva e che devo vivere la vita in ogni sua sfaccettatura,anke quelle dolorose.. Se prima vedevo grigio ora vedo nero: se non altro ho fatto chiarezza sui colori.. Penso che d'ora in avanti porterò sempre un simbolo con me.. quel bracciale con scritto " Oggi, domani e per sempre", una frase a cui ho pensato ieri.. e che presto porterò per sempre al polso e che mi ricorderà di credere sempre in me e di non farmi mai del male..

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

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11:12 AM  

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