Un volta qualcuno che non so chi fosse mi ha scritto” Vivi con serenità le piccole scelte, anche quelle che non riesci a compiere: se ciò avviene non è per superficialità... la superficialità è di chi crede di saper scegliere solo perché ovunque vede il bianco e il nero. L'arte dello scegliere è l'arte di orientarsi in mezzo ai tanti grigi della vita.” Non mi ha scritto solo questo, mi ha scritto molte altre cose. Non ho mai saputo chi fosse, e c’è una parte di me che ancora vorrebbe saperlo e un’altra invece che lascerebbe le cose così come stanno perché alla fine, è bello così,è come sapere di avere un angelo custode. Non so perché ma è come se però adesso non ci fosse più. E’ venuto tanto tempo fa e poi non è più tornato. Mente io son rimasta qui, nel baratro più totale, come adesso. Ma non è colpa sua. Mi piacerebbe tornasse ad infondere qualcuna delle sue parole nuovamente. Ma forse ha smesso di fare capolino perkè io ho smesso di essere quella persona. Perché non sono più me.. ha perso forse il suo rispetto per me o è rimasto a corto di quelle belle frasi che riuscivano a rianimarmi. Così non mi restano che quelle già scritte.Ma non mi bastano più..perchè si riferivano a piccole scelte, mentre io adesso ne devo fare una grande e non sono in grado di compierla da sola. Io mi guardo indietro, rileggo questo blog, e non riconoscono più quella persona che l’ha scritto, a malapena ricordo gli avvenimenti passati e ringrazio il cielo d’’aver avuto la possibilità di scriverlo e di rileggerlo per ricordarmi di chi sono, di chi ero, di chi voglio essere. Mi sento così tremendamente fragile.. come un ramoscello secco che sa che si staccherà alla prima ventata. Come un alpinista aggrappato ad una corda che poso a poco si spezza, e allora s’aggrappa alla roccia con tutte le forze che gli restano, ma la roccia è troppo poco profonda, persino scivolosa, e sa che prima o poi la corda si spezzerà e lui sarà destinato a cadere. Ogni giorno che passa, io precipito ancora di più.. e vado giù e giù e giù.. sempre più nel profondo.. e più giù che vado e più diventa difficile risalire.. Eppure io non mi arrendo, non lo voglio accettare. Preferisco dunque illudermi oltre, ma non mi fa bene. E’ come una stramaledetta malattia che non se ne vuole andare. Uno s’aggrappa alla speranza, ma persino quella è troppo scivolosa.. troppo piccola e così cado di nuovo. Ogni volta mi rialzo, ci riprovo, e cado di nuovo giù. Batto la testa e mi faccio male, ma sono cocciuta,e so che se non provo rimarrò lì nel buio, nel vuoto per tanto tempo, da sola, ad aspettare che qualcuno venga a salvarmi. Ed io ho paura di rimanere lì da sola. Non voglio rimanere sola, voglio tremendamente che qualcuno mi venga a prendere,qualcuno che amo, che le cose divenissero migliori, che potessi finalmente risalire, con una spinta, e vedere di nuovo la luce. Allora aspetto un pochino lì, ma non viene nessuno,e mi sento così sola che mi manca il respiro e penso che potrei morire soffocata da un momento all’altro. Se penso a tutte le cose a cui ho rinunciato, e a quella più grande a cui dovrò rinunciare per poter risalire la corrente, o per vedere di nuovo la luce, mi sembra tutto così inverosimile. Come se in realtà non mi dovessi preoccupare di questo perkè è prettamente impossibile che accada.. ma dentro di me so che persino quest’ultima è un illusione. Che niente di tutto quel che spero accadrà mai, e che dovrò rinunciare a quello di cui ho bisogno per avere ciò che voglio. Il bisogno, e la felicità.. così inscindibilmente separate, ma una deve necessariamente perire di fronte all’altra per lasciarmi vivere. La prospettiva di essere sola, dei cambiamenti, delle incertezze,mi terrorizza e mi fa gelare, facendomi tremare mentre scrivo anche queste parole..Di tutte le persone con cui mi sento adesso di voler parlare, l’unica che veramente vorrei avere accanto è come sempre quella che non può parlarmi, che non può confortarmi e cioè mia nonna, perché se ne è già andata e vorrei con tutta me stessa potermi rivolgere a lei perché so che lei saprebbe indicarmi la strada, che saprebbe dirmi qualche è la cosa giusta, che saprebbe capirmi e darmi il migliore dei consigli.Cerco di ripensare a come ragionava, immagino le parole che mi avrebbe detto, ma io non sono lei, non son così saggia e come tutti commetto degli errori e ora come ora mi sento come presa in un vortice, in un turbinio di turbamenti emotivi che mi spezzano in due. Questo frastuono che ho nella mente mi tramortisce e mi toglie mano a mano tutte le forze e io non ce la faccio proprio più. Mi rimane questo blog. E non lo scrivo perché voglio che la gente legga come mi sento e mi consoli, lo scrivo perché lo scrivere mi è sempre riuscito bene, voglio dire, mi son sempre espressa meglio per iscritto che a parole..e forse è proprio per questo che la gente non ha mai saputo vedermi e apprezzarmi per come sono.
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