Riaffiorano ricordi.
Tutto è così esausto e confuso dentro di me, ho pensieri che mi circondano la testa, mi feriscono e sconvolgono le emozioni.
Sono spesso nervosa e irascibile, lavoro di fantasia nel senso che immagino cose che vorrei accadessero cosicché quando scopro che non accadono e che probabilmente mai non accadranno la realtà è ancora più dura. Scopro che non sempre si ottiene cioè che ci si aspetterebbe, e questa per me non è certo una novità, ma pensavo che fossero escluse da questa sfera le cose basilari di una relazione. Scopro d’avere interessi diversi da prima, di essere interessata a cose più futili, d’essere spesso materialista, d’essere cambiata e al contempo d’essere, in fondo a me stessa, sempre la stessa di una volta, sempre la solita di sempre.
Questa non sono io. Ma non è cambiato assolutamente nulla dentro di me. Io sono esattamente come prima, sono la Giulia, la Esperide, la ciu’, la espy, come diavolo volete chiamarmi ma io non son affatto cambiata. Son sempre alla ricerca di quelle cose che mi rendono felice, come l’affetto profondo e indiscriminato di una persona, come il sentirmi al sicuro quando son con qualcuno, o nel calore d’un abbraccio sincero, sono sempre alla ricerca di quele persone che sappiano guardare dentro di me e capire davvero chi sono e di cosa ho bisogno.
Sono complicata e comprendermi non è facile, non sono perfetta ovviamente, né tantomeno il mio carattere superficiale appare bello, ma è più bella persona che è in me se solo qualcuno riuscisse a rendersene conto.
Solo ora capisco il valore di ciò che significa essere felici, quando non lo si capisce si va a cercare questa felicità chissà dove, poi si capisce che è sempre stata lì con te, in ogni moment e ad ogni angolo, solo non riuscivi a vederla. E quando uno se ne rende finalmente conto, si rende anche conto che è troppo tardi, o almeno così crede o così fanno credere le situazioni, i fatti, le frasi non dette o lasciate a mezz’aria per paura di spingersi troppo oltre e uscire così dal guscio. Si preferisce non rischiare, piuttosto che scavalcare quel muro, come se ci fosse un allarme pronto a scattare, come se ci fosse qualcuno pronto a gettarti nel baratro più profondo o a rinchiuderti dietro un muro ancora più massiccio e alto nel caso in cui, una volta scavalcato quel muro, si dovesse scoprire che dietro a quel muro non c’è assolutamente niente di quel che ci si aspettava, oppure niente è rimasto di quel che un tempo v’era.
E desolate solo rimangono le rime stanche.
Tutto è così esausto e confuso dentro di me, ho pensieri che mi circondano la testa, mi feriscono e sconvolgono le emozioni.
Sono spesso nervosa e irascibile, lavoro di fantasia nel senso che immagino cose che vorrei accadessero cosicché quando scopro che non accadono e che probabilmente mai non accadranno la realtà è ancora più dura. Scopro che non sempre si ottiene cioè che ci si aspetterebbe, e questa per me non è certo una novità, ma pensavo che fossero escluse da questa sfera le cose basilari di una relazione. Scopro d’avere interessi diversi da prima, di essere interessata a cose più futili, d’essere spesso materialista, d’essere cambiata e al contempo d’essere, in fondo a me stessa, sempre la stessa di una volta, sempre la solita di sempre.
Questa non sono io. Ma non è cambiato assolutamente nulla dentro di me. Io sono esattamente come prima, sono la Giulia, la Esperide, la ciu’, la espy, come diavolo volete chiamarmi ma io non son affatto cambiata. Son sempre alla ricerca di quelle cose che mi rendono felice, come l’affetto profondo e indiscriminato di una persona, come il sentirmi al sicuro quando son con qualcuno, o nel calore d’un abbraccio sincero, sono sempre alla ricerca di quele persone che sappiano guardare dentro di me e capire davvero chi sono e di cosa ho bisogno.
Sono complicata e comprendermi non è facile, non sono perfetta ovviamente, né tantomeno il mio carattere superficiale appare bello, ma è più bella persona che è in me se solo qualcuno riuscisse a rendersene conto.
Solo ora capisco il valore di ciò che significa essere felici, quando non lo si capisce si va a cercare questa felicità chissà dove, poi si capisce che è sempre stata lì con te, in ogni moment e ad ogni angolo, solo non riuscivi a vederla. E quando uno se ne rende finalmente conto, si rende anche conto che è troppo tardi, o almeno così crede o così fanno credere le situazioni, i fatti, le frasi non dette o lasciate a mezz’aria per paura di spingersi troppo oltre e uscire così dal guscio. Si preferisce non rischiare, piuttosto che scavalcare quel muro, come se ci fosse un allarme pronto a scattare, come se ci fosse qualcuno pronto a gettarti nel baratro più profondo o a rinchiuderti dietro un muro ancora più massiccio e alto nel caso in cui, una volta scavalcato quel muro, si dovesse scoprire che dietro a quel muro non c’è assolutamente niente di quel che ci si aspettava, oppure niente è rimasto di quel che un tempo v’era.
E desolate solo rimangono le rime stanche.