Il vento alza la povere sul campo di battaglia, qualcuno,in lontananza, sta invocando il Peana, mentre uno strepitio, e un calpestio simile ad un rombo di tamburi avanza, facendosi sempre più vicino. Scudi,spade, armi, e armature sfregano tra di loro creando un rumore quasi assordante,: sembrano andare a ritmo di quel canto di guerra che a mano a mano si ode sempre di più. due eserciti giungono nella pianura sconfinata e deserta, e finalmente si fronteggiano. Ma uno è in netta minoranza rispetto all’altro.I due condottieri ,alzando gli sguardi, rispecchiano i loro volti l’uno negli occhi dell’altro.
Il primo vi coglie una fiamma che divampa così ardentemente che sembra divorare l’avversario alla sola vista. Così quest’ultimo avverte un impulso di terrore e un brivido che lo attraversano fin nelle vene. Il suo esercito ,infatti, è in netta minoranza rispetto all’altro. Aguzzando lo sguardo, nota le armature dell’avversario.Non ha mai visto niente di simile prima di allora. Esse non hanno paragone con nessun altra civiltà. Eppure si è scontrato più volte, nell’arco della sua vita, con altri popoli, ma i suoi occhi non hanno mai assistito a nulla di lontanamente simile e orami, nella mente del condottiero, appare sempre più evidente che non c’è la benché minima possibilità di paragone.
Quello che ha davanti è un esercito dalle divine armature. Lunghi drappi rossi, di stoffe preziosissime e minutamente ricamate d’oro scendono dalle teste dei cavalli e ogni oplita è rivestito da elmi bianchi e straordinariamente scintillanti.. Le impugnature delle spade, gli scudi, e qualsivoglia altro particolare che si addica ad un combattente è curato nei minimi dettagli.
Il peana cessa d’essere cantato, e il silenzio prende il sopravvento,e il cuore sembra esplodere per i battiti accellerati. Lentamente i due eserciti avanzano l’uno contro l’altro. Anche nei movimenti, così soavi ma al contempo decisi, quel lussuosissimo esercito appare soprannaturale. Negli occhi del nemico non c’è la minima traccia di paura, ma solo fierezza, una temibile e invidiabile sicurezza delle proprie capacità. Ma il primo esercito si ferma ,improvvisamente. Il condottiero ha capito,adesso, chi è il suo nemico. E,scendendo da cavallo, corre al suo cospetto; davanti alla sua persona, si getta per terra atterrito e supplichevole. Con aria umile, guardando il suo avversario negli occhi invoca pietà,perché ha capito che con niente potrebbe vincerlo.
“Risparmiami, divino Eros- esclama adesso- e sarò la tua umile serva. Perché nessuno può sfuggirti.”

mmm..mah.. forse sono troppo calata nell’universo di Anatolia Story.. con tutte quelle battaglie..
Ma un fondo di verità c’è comunque.
“Il passato farà sempre parte di te; ora, il punto è decidere se vuoi vivere nel passato o nel presente.
Io ho deciso di vivere attaccata a parte del mio passato perché non riesco a vedere un futuro.
E poi anche perché ne ho bisogno.
Tuttavia, è come la droga, non penso che faccia così bene.. e poi crea dipendenza.”
Inoltre vero, combattere alla cieca non mi pare proprio la soluzione ottimale…mmm.. per cui, potrei proporre cm soluzione: cambiare. Ma io lo vedo un po’ come sinonimo di arrendersi..e le sconfitte mi sono sempre piaciute così poco..
Bah, vabbè, cambiando argomento oggi sono andata alla visita.. il dottore m’ha guardato anke gli okki, cm se fossi una drogata..
Cmq a parte questo m’ha detto ke sostanzialmente non ho nulla..ho il cuore ke viaggia ancora a seconda di come respiro..
Ahahahah.. bene, se deciderò in un futuro di morire basterà ke smetta di respirare allora…XD mmm..comoda la cosa però.. XD ok, la mi buona dose di boiate l’ho detta anke per oggi..mi ritiro dalla scena.. ma ci tengo a dire ke almeno ora sono decisamente un po’ più tranquilla..